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mercoledì 10 dicembre 2008

Cami: Gentaglia!!! Accettate il mio invito a diventare autori !!! Please! 

Conferma appuntamento

Cami: Confermato appuntamento per giovedì di questa settimana. Stesso posto - stessa ora! Davide ha dato disponibilità al 50% e una mia amica Ilaria vuole venire!!!
Baci Allora - A domani!

martedì 9 dicembre 2008

Scorso incontro - Martedì 2 Dicembre

Cami: lo scorso incontro stracolmo di discorsi e temi, coincidenze ed altro non è stato registrato. Il dibattito ha percorso varie strade tematiche. Ciò che mi è rimasto molto impresso è la differenza sollecitata da pierino tra identità e ruolo.

ruolo= identità?
Entra un nuovo concetto: Identità Vestite > ovvero tutte quelle identità vestite-celate da un ruolo, iniziamo ad interrogarci sulla soglia limite dei due concetti.

Piero >>>>> ulixe (non ulisse) è l'uomo che intrattiene a corte i suoi sudditi con i racconti delle avventure che è difficile dire se abbia davvero vissuto. i suoi racconti però vivranno raccolti nei versi dello schiavo omero. e la sua identità concreta si confonderà per sempre con quella dei versi del poema. poemi cavallereschi, è li che è immersa la vita di alonso quijano, modesto cavaliere di una spagna cinquecentesca morente. dalla letteratura costruisce un'identità, don chisciotte, che non gli appartiene. eppure è lui don chisciotte. baol è un mago. baol è il personaggio di un libro, esiste solo nella fantasia dell'autore. baol non esiste nemmeno nello spazio inventato del libro perché è frutto dell'immaginazione degli altri personaggi.

Proposta nuovo appuntamento

A Causa di moria generale proponiamo un cambio di giorno prove per questa settimana:
Invece che oggi >>> mercoledì o giovedì (stesso posto stessa ora)
Cami

martedì 2 dicembre 2008

Video di cui parla Valeria


Proposta Valeria

Valeria: ieri ho visto su mtv questo video del 2001: un gruppo di "all stars" (da bono degli u2 a britney spears) cantano una canzone (credo di marvin gaye) a favore della ricerca sull'aids, o per la cancellazione del debito, o per qualcos'altro o per tutto quanto insieme (nel video compaiono vari messaggi di questo genere). Fatto sta che nel video sono tutti bendati, con una lunga benda nera che srotolano pian piano mentre su di essa, al posto dei loro occhi, si possono leggere parole come: cattolico, asiatico, drogato, nero, bianco, ebreo, lavoratore, elettore, ricco, gay, rocker, credente, anarchico, musulmano... insomma una specie di "benda d'identità" fatta di parole. Nel video inizialmente c'è corrispondenza tra le parole sulla benda e l'identità del cantante (black sulla benda di puff daddy, irish su quella di bono..) ma poi le parole si mischiano, e compare asian sulla benda di chi non è asiatico, old sulla benda di un giovane etc..
Torna l'immagine della benda sugli occhi in questa faccenda di identità e il rapporto con le parole: parole che tentano di definire, e mai risolvono il mistero di un'identità.


sabato 29 novembre 2008

EL CAJON DE SASTRE (cioè Appunti sparsi messi in disordine per riordinare le idee!)

Davide:
  • Titolo del lavoro: C.I. (cartà d’identità oppure cerco l’identità)
  • Potrebbe essere interessante se esistesse uno sportello “Identità smarrite”.
  • A.A.A. Cercasi Identità anche di seconda mano, purchè integra.
  • Diventare se stessi insieme agli altri!L’altro è uno specchio che mi fa vedere chi sono.

>>>>>>>>>Riflessioni sul “Concetto Motore: Perdità d’Identità”

Partendo da una certezza...ogni essere umano è in possesso di una identità quindi potenzialmente può essere perduta. Però non tutti hanno ben presente qual’è la propria vera identità, allora prima di poterla perdere bisogna trovarla.

Quando due persone si conoscono una delle domande più frequenti è: “Cosa fai nella vita?”(*). L’altro può rispondere soltanto con il ruolo che si è ritagliato oppure che gli hanno cucito addosso: “Sono un’Ingegnere”(**). Sarebbe curioso se si riuscisse a modificare la domanda con “Chi sei?”. In questa situazione, l’altro, come potrebbe rispondere?

Bella domanda!

Il “cosa fai” è una specie di recinto(zona limitata) dove facilmente ci si può individuare ed essere individuati. Il “Chi sei?” è pericolosamente dispersivo, nel senso che ci si potrebbe sentire in una vasta zona illimitata,come essere persi in mezzo al mare senza punti di riferimento dove l’unico confine può essere l’orizzonte lontano. I "limiti" sono strani,a volte è pericoloso superarli e a volte è necessario.

“Pierino scrive: l'identità che coincide con quello che fai può essere rubata. mentre l'identità che coincide con quello che sei, non può essere rubata.

Questa riflessione mi genera una domanda:

Che cosa nella vita non possono portarmi via?

Le idee, i sogni, i credo, la curiosità di scoprire, le emozioni.

A questo punto possiamo paragonare il “Che fai” all’avere, cioè quello che può essere rubato, e il “Chi sei?” all’essere, quello che nessuno al mondo potrà sottrarti.

Risultato di questa espressione poco algebrica e molto celebrale è:

L’Identità Primaria (Chi sono?)= Essere

L’Identità Secondaria (Cosa faccio?)= Avere

Visto che l’identità secondaria esiste,eccome se esiste, come possiamo conviverci e farla diventare nostra alleata?

Magari quello che faccio mi può aiutare a capire chi sono.

 

(*) Roby Rosi ha risposto: Faccio tutto tranne lavorare!

(**) L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ciò significa che il lavoro è considerato il valore di maggiore importanza per il stima sociale dei cittadini.

Spulciando un libro di educazione civica ho trovato questo...l’ho trovato un link ai pensieri mossi dal progetto Anteojos

 

>>>>>>>>>DISADATTAMENTO (Crisi d’identità)

Nelle situazioni in cui all’individuo è richiesta una serie di adattamenti all’ambiente sociale che egli non riesce a integrare nella sua personalità si verifica il fenomeno del disadattamento(quindi avere una crisi d’identità): si può dire che in certe situazioni vengono a mancare i mezzi per corrispondere alle aspettative sociali. 

Chi non riesce ad adattarsi spesso rappresenta un disturbo o un pericolo per il gruppo sociale (Scheggia impazzita), e, a seconda della capacità che ha la società di favorirne l’integrazione, viene “recuperato” (ma che cos’è un naufrago?) oppure emarginato(un male incurabile?) , represso (un maniaco?), punito (Un delinquente?). Tradizionalmente, un tipo di “disadattamento” ammesso dalla società è quello che tende a superare le norme, quello del santo (ma dai...non l’avrei mai detto!), del sapiente (uno che usa la propria testa cercando di garantire una certa indipendenza alle proprie idee) , dell’artista eccentrico; ma non sono altrettanto tollerati altri atteggiamenti di negazione o trasgressione. Un certo grado di disadattamento può manifestarsi in atti di ribellione e di aggressività, o nella tendenza di sottrarsi a determinati impegni: la più o meno consapevole “protesta” dell’individuo, in questi casi, è un segnale di malessere (male di essere o essere il male?) legato a conflitti che si sono creati nel suo rapporto con gli altri (o con se stesso? Visto che viene considerato un emarginato da reprimere e da punire.).

Casi di gran lunga più gravi sono le manifestazioni di vandalismo e il violenza individuale e di gruppo sempre più diffuse nelle società contemporanee, che non vanno considerati soltanto come sintomo di difficoltà individuali, ma anche come un “livello di guardia” al quale il collettività si sta avvicinando a causa dei conflitti che si sono sviluppati al suo interno.

giovedì 27 novembre 2008

NEWS!!!!

Cami: Mario, Grava e prole sono inspiegabilmente dentro al video di Robi Rosi!!! Come sia stata possibile questa fatalità ce lo stiamo chiedendo! Mi hanno detto che martedì portano le foto del giorno in cui sono state fatte le riprese e nel quale loro se la stavano spassando sul lungomare inseguendo le due spose sullo sfondo! 
Aiutami a DIREEEEEE! 

I deliri di Pierino II

Piero: "[...] per dirla in breve, il processo di "individualizzazione" consiste nel trasformare "l'identità" umana da una "cosa data" in un "compito" e di accollare ai singoli attori la responsabilità di assolvere tale compito  [...] per dirla alla Jean-Paul Sartre non basta nascere borghesi occorre anche vivere come borghesi [...] dover diventare ciò che un altro è costituisce l'elemento peculiare della vita moderna [...]. la modernità sostituisce l'eteronomica determinazione della condizione sociale con una compulsiva e obbligatoria autodeterminazione"
 
da Modernità Liquida di Zygmunt Bauman

 
a cui aggiungo la considerazione personale che ritengo che le classi (borghesi, proletari, ...) non esistono più, o al  meno non sono collante sociale che determinano comportamenti (esempio : i proletari che votano berlusconi), cioè siamo già oltre il "sei quello che fai" come classe sociale, mestiere; per cui l'identità appare paradossalmente slegata dalla sua socialità. 
può essere che l'abbiate già detto, ma potrebbe esserci un'identità psicologica che è distinta dall'identità sociale. se è così, di quale delle due stiamo parlando ? lo dico a me stesso, perché capisco solo ora (in questo preciso momento in cui sto scrivendo) che potrebbe essere che quello che continuo a non capire è che antojos si occupa della seconda mentre io continuo a pensare alla prima e lo sfasamento spiega molte cose che non riesco ad inquadrare come una di martedi ... 
 
martedi. ascolto grava, ma non riesco a dare un luogo alle sue affermazioni. vorrei domandare : ma esistono davvero luoghi dove istituzionalmente ti cambiano l'identità ? "ce ne sono centinaia dappertutto, quanti ne vuoi" (claudia grava) ? a me è sempre risultato che cambiare identità pubblica sia di una complessità notevole oppure legato a comportamenti illeciti ovvero estremi: (per esempio : cambiare nome richiede un processo di molti anni e viene concesso per legge con estrema difficoltà; oppure il "lavaggio del cervello" è una pratica che richiede farmaci e condizionamenti pesanti; oppure un programma protezione per collaboratori di giustizia è giustificato da gravissimo rischio per le persone). l'unico esempio che mi viene in mente sono gli immigrati dle primo novecento che arrivando negli stati uniti potevano per 10 dollari avere un nome nuovo. il concetto per cui cambiare identità ha luoghi diffusi non mi sembra realistico, nel senso di riconoscibile concretamente dal pubblico. o sbaglio ? 
 

mercoledì 26 novembre 2008

Grava Aggiunge

Se vogliamo cambiare campo, in linguistica, ramo semiotica, c'è una differenza tra ANTONIMI e COMPLEMENTARI.

Gli antonimi, o contrari, sono gli estremi opposti di un campo semantico, all'interno del quale sono però presenti molte altre sfaccettature: es. bello e brutto sono contrari, ma c'è carino, bruttarello,ecc.,e così giovane e vecchio (o nuovo e vecchio), ecc. ; invece i complementari, o contraddittori, coprono l'intero campo, cioè uno esclude l'altro, l'uno equivale alla negazione dell'altro: es. vivo/morto, maschio/femmina (quasi sempre), acceso/spento. Quindi uno non-bello può anche non essere brutto, uno non-vivo è sicuramente morto.

Amen

I deliri di Pierino - ANTI & CONTRO

Devo dire che ripensandoci poi, e facendo qualche verifica in termini più rigorosi, probabilmente "anti" e "contro" hanno senso analogo e sono largamente sinonimi

 

però rimane l'elemento di riflessione e che possiamo ribadire partendo da una caratteristica dell'antimateria : cioè questa esiste dove non esiste la materia, perché l'incontro tra i due elementi produce il nulla (o l'annichilimento); il contro invece richiede ed obbliga ad un campo condiviso, un elemento conteso e un meccanismo di conflitto che suppone un superamento delle posizioni iniziali (con vincitori e vinti, sostanzialmente vivi, o almeno sopravvissuti).

 

questo quanto dovuto

p.s. l'antimateria si contradistingue per un segno energetico opposto a quello della materia. ha a che fare con einstein e la meccanica quantistica. troppo in là per i nostri scopi, suppongo

 


Ragioniamento:

 

l'identità che coincide con quello che fai può essere rubata. mentre l'identità che coincide con quello che sei, non può essere rubata. l'odontoiatra falso non si è preso la malattia dell'odontoiatra vero. e l'odontoiatra falso non aveva identità, oppure aveva un'identità falsa. e l'identità falsa è "anti-identità" o e "contro-identità" ...

Segnalazione

Mario: Catania-settimana scorsa. Odontotecnico ruba l'identita dell'odontoiatra al quale aveva affittato lo studio approfittando di una sua malattia. Esercitava la professione con il nome e titolo del dentista e nessuno si è accorto di nulla.

Martedì 25 Novembre: Serata di giochi e messe a fuoco:

Prima serata con training musicale da stereo. Giochi con le palle, macchine, invenzioni. Mario malato. Claudia porta le sue novità, Davide racconta la storia di Rosi e del calciatore uruguaiano.
Al contrario della volta scorsa si gioca assieme per circa 2 ore, dall'inizio alla fine de cd. 
Claudia ha scritto-imbastito la struttura dello spettacolo, iniziamo a collocare ciò che è stato creato fino ad oggi. 

Individuiamo 3 grandi settori di lavoro attoriale, provenienti da tre tipologie di ricerca diverse e che segneranno il carattere del nostro lavoro: 
  1. Il lavoro generale: sulla struttura narrativa (prologo, epilogo, narratore, racconto)
  2. Il lavoro "altro": personaggi generati da oggetti e carte identità
  3. Il lavoro personale: sulla cartella identitaria dominante di ognuno di noi (iniziata con il racconto sul personaggio storico, narrativo, di fantasia etc ... portato da ognuno di noi) 
Ognuno dei quali ha un ritmo, un'energia , uno spazio e una forma di lavorazione differente.
   
Decidiamo di iniziare a lavorare su cose semplici, giochi che ci aiutino a conoscerci. Inizieremo con le idee di traininig proposte da Claudia, lette nel corso del finale della serata.

Robi Rosi

Davide racconta:

Un film di Ricky Farina.

Dopo "Alda" e "Silvano" ecco a voi "Roby Rosi", il terzo ritratto filmato
che fa parte a pieno titolo di quella serie dedicata a chi vive la vita
in modo unico e irripetibile, in modo -personale-. 

Ritratto di un campione. Roby Rosi è stato campione di Superflash,
il famoso quiz di Mike Bongiorno, l'anno era il 1985.
Era preparato sulla nazionale del Brasile, arrivò a disputare la
finalissima dei supercampioni e si classificò secondo, a pari
merito con un altro concorrente, se non ricordo male.

Ma citando una frase immortale tratta da "Lo Spaccone", film
adorato da Rosi, "io sono il migliore, e anche se mi batti
sarò sempre il migliore". Roby non arrivò primo, ma era
il migliore, non ci sono dubbi al riguardo.

Il ritratto che gli ho dedicato però non accenna a questa
sua esperienza televisiva, perché Roby è un personaggio
unico, e non ha certo bisogno di questi riferimenti.

Guadagnò più di 70 milioni, e li spese tutti in due anni,
sguinzagliando la sua vitalità per i locali della
Versilia, facendo divertire chi aveva la fortuna di incontrarlo.

Ora Roby dedica la sua vita alla tavola, che significa vino,
cibo, e soprattutto amicizia.
 
  • La storia del Capitano dell'Uruguay:

Il capitano di una squadra di calcio raramente è un uomo qualunque. Non è obbligato ad avere talento, ma non può prescindere da lealtà, coraggio, spirito di sacrificio, lucidità. Il capitano è il saggio del campo, ergo il leader.
Obdulio Varela, capitano del Penarol e dell'Uruguay, non era nato per essere un fuoriclasse. Era un proletario, un centrocampista convertito a libero, dai piedi grezzi. Ma a lui il suo paese deve la sua seconda Coppa del Mondo.
E' il 16 luglio 1950, stadio Maracanà di Rio de Janeiro. Una torcida di 200.000 tifosi è già pronta a festeggiare la prima vittoria mondiale del Brasile. Un popolo intero attende il carnevale del dopogara per le ruas.
I carioca sono forti, fortissimi. Hanno rifilato sei gol a Svezia e Spagna. La Federcalcio uruguayana è rassegnata a perdere, ma vuole una sconfitta dignitosa, non più di quattro gol di scarto.
Obdulio non ci sta. Ha 33 anni, è l'unico della squadra ad avere esperienza internazionale, è all'apice della sua carriera, e all'uscita dagli spogliatoi carica i suoi: "Non guardate mai le tribune! La partita si gioca qui sotto!". Impedisce persino il lancio della monetina, riconsegnandola all'arbitro per dare ai brasiliani, così dice, la consolazione del calcio d'inizio. E' sicuro, sarà la sua nazionale a laurearsi campione.
La gara fila liscia fino al sesto minuto del secondo tempo, quando Friaca mette a segno il vantaggio del Brasile. Il Maracanà è un boato di gioia, per l'Uruguay sembra finita. Sembra. Perché Obdulio freddamente si avvicina alla propria porta, prende il pallone, osa anche protestare per un fuorigioco, mentre intorno a lui è una bolgia infernale.Poi torna verso il cerchio di centrocampo, lentamente. Ci mette tre minuti tre per raggiungere l'arbitro. Chiede un interprete, discute con il direttore di gara, mentre i tifosi, riavutisi dall'ubriacatura del gol, cominciano a mostrare i primi segni di insofferenza, ad insultarlo. Obdulio guarda provocatoriamente la folla. Ha ottenuto ciò che voleva: ha raffreddato gli animi. La partita, sul piano emotivo, torna ad essere in parità. Anzi no. Guarda i suoi e dice: "Questa partita la vinciamo noi".
Da quel momento l'Uruguay è una furia: prima pareggia, con Schiaffino, al 19', ammutolendo d'un colpo il Maracanà. Poi, a nove minuti dal termine, infila il gol del trionfo con Ghiggia. L'Uruguay è campione del mondo, il Brasile un paese in lutto.
Quella notte Obdulio non lascia Rio. Si confonde fra i tanti brasiliani che prendono d'assalto, disperati, i tanti bar della città. Beve con loro, ne condivide l'amarezza. E' una strana notte di gioia e lacrime, che racconta con queste parole: "Il proprietario del bar si è avvicinato a noi insieme a quel tizio grande e grosso che piangeva. Gli ha detto: - Lo sa chi è questo qui? E' Obdulio - . Io ho pensato che il tizio mi avrebbe ammazzato. Ma mi ha guardato, mi ha abbracciato e ha continuato a piangere. Subito dopo mi ha detto: - Obdulio, accetta di venire a bere un bicchiere con noi? Vogliamo dimenticare, capisce? - Come potevo dirgli di no? Abbiamo passato tutta la notte a sbevazzare da un bar all'altro" (Osvaldo Soriano, Fùtbol).
Così Obdulio rinunciò alla sua festa per immedesimarsi nella sofferenza degli sconfitti, lui che di quella sconfitta era stato l'architetto. Anni dopo annegò nell'alcool e nella miseria. Ma il "grande capo nero" quella notte vinse due volte.

domenica 23 novembre 2008

FREE BLOGGER - per la libera circolazione delle idee: No alla legge Levi-Veltroni



Cami: Qualcosa che accade in italia - a voi la visione.

giovedì 20 novembre 2008

Quinto incontro: Martedì 18 Novembre - appunti e recensione dei fatti

Cami: trascrivo gli episodi che sono riuscita a registrare in questo incontro.
TRAINING SILENZIOSO DI 3 ORE . Oggetto: il confine.  Movimenti nello spazio ci disegnano, definiscono la nostra relazione tramite il posizionamento, marchiano le tracce nello spazio del nostro passare. Intervalli di letture da Identità Mutanti di Fam. Segnamo lo spazio attraverso l'uso di carboncini, Tutto lo spazio.
Piero disegna una ragnatela di scarpe, associandole e mischiandole dopo un lungo percorso di passi tratteggiati. Mario cammina ed esce da i suoi confini contornando i suoi passi e facendoli diventare come sassi sullo stagno, un sentiero. Alberto disegna quei sassi che diventano volti non più calpestabili, sentieri non più percorribili. Valeria scrive dentro ai bordi dei contorni dei suoi piedi,  Davide scrive un Mondo di messaggi (tra lo scritto e il disegnato) tutto intorno a se dentro e nel quale non possiamo entrare, Miki contorna tutti gli oggetti che gli altri non considerano: il libro, il secchio, io seguo le persone tratteggio sul pavimento i tracciati di Pierino, lo ingabbio intorno ai suoi piedi, faccio lo stesso con gli altri... il gioco va avanti... Mario mi raggiunge e dopo il suo sentiero unisce il suo contorno al mio, io scrivo al suo interno: io sono due. Mario ha la faccia metà rasata e metà no, con il carboncino gli disegno l'altra metà.
Il gioco continua fino a diventare solitario. Mario cerca il contatto con tutti. Dallo spazio emerge principalmente la concentrazione delle attività ai due estremi dell'enorme rettangolo a nostra disposizione e coposto da una miriade di confini spezzati e ridisenati. 
Concludiamo con le parole su quello che è accaduto.

Cami: che differenza c'è tra la radice anti e la radice contro?
Piero: Anti-materia= senza massa
(piero svilppa un ragionamento molto interessate ma che non sono in grado di registrare, piero! ritrasrivilo tu)il tutto si chiude con il fatto che dove c'è a materia (territorio appartenente al "contro") non ci può essere l'anti materia.
Valeria: maternità (in una lingua indigena) = mancanza di essenza

Stefano Rodotà su diritti civili e laicità : "prigionieri di uno schema"

venerdì 14 novembre 2008

Provoco Azioni - mercoledì 19 - Propongo di andare tutti

Cami Proposta:
Oltre al nostro incontro del prossimo martedì 18, propongo di andare a ll'incontro di ProvocoAzioni di Mercoledì 19 Novembre ecco le specifiche dell'appuntamento:
Mercoledi' 19 Novembre 2008
Presso la Fondazione Corrente
Via Carlo Porta 520121 - Milano
tel. 026572627
Dalle 18:30 in contemporanea alla mostra Corrente
1938-1978-2008 sara' proiettato il video "Via delle provocoazioni".

giovedì 13 novembre 2008

Dopo Valeria e la Storia di Mor



Cami: Ho chiesto a Google di mostrarmi Mor. Eccolo.

untitled


Appunti quarto incontro

Cami: mi riesce impossibile inserire gli appunti a causa di un inchiostro poco visibile.
Molto importanti e rimasti non trascritti sono gli interventi di Claudia, Mario e Piero.
Claudia: Questo lavoro secondo me sarà con una struttura narrativa simile al "Decameron"
ognuno di noi racconterà qualcosa e nel raccontare è passerà al fare.
Mario: cita due notizie A.N.S.A.:
  • Storia del brigatista pentito che davanti ad un tavolo di carte d'identità si trova a sceglierne una.
  • Storia delle sim card che avevano rubato l'identità ad una serie di persone.
Piero:
  • Storia dei codici computer associati ad identità precise. Schedati. Tribunale ordina la distruzione dei dati.

Quarto incontro - Identità Mutanti (come dice FAM - Francesca Alfano Miglietti)

Siluette di face book
immagine simbolo del portale informatico
la faccia manca,
la devi mettere tu altrimenti
rimani così: bianco con l'azzurro intorno.

Cami: Apriamo il nostro quarto incontro con il totale delle presenze ed il parziale dei ritardi. Mario chiede: "Dove andiamo?" ed io che sto leggendo "Sulla Strada" di Jack Kerouak trovo questa mattina la stessa frase (con in più la risposta) sulla copertina del libro:
"Dove andiamo?" " Non lo so, ma dobbiamo andare."
Prima di riassumere l'incontro di ieri vi suggerisco un libro:
"Identità Mutanti"
di FAM (Francesca alfano Miglietti)
Dalla piega alla piaga: esseri delle contaminazioni contemporanee
edito da Bruno Mondadori
vi cito l'inizio: (...) la fine dl mondo tanto premonizzata è già avvenuta, ma non avendone data notizia i telegiornali ed i giornali, i più non se ne sono accorti...(...)
in questo libro strepitoso e denso è possibile Guardare ciò che spesso si sorvola. Particolarmente Speciali per il nostro lavoro:
  • pag. 173-175 Ciò in cui credo di James G. Ballard
  • pag. 177-187 Conversazione tra FAM e Orlan

Nel nostro ultimo incontro molte cose sono accadute, prima fra tutte l'evidenza di un mutamento nell'utilizzo delle parole come:

  • materiale umano
  • funzione strumentale

l'uomo diventa una cosa es: (un materiale o una funzione) e si Identifica-associa con ciò che fa' ovvero: nel suo lavoro. Non nel Fare = Agire (nel come agisce la vita) ma nel Fare = Cosa ovvero come si posiziona lavorativamente. La Posizione è un tema.

Piero - ci fa notare che in inglese quando si mette un annuncio per un posto di lavoro il datore scrive posto vacante e non scrive cercasi ingegnere, macchinista, ma cercasi persona che ricopra il posto vacante di etc.. Pertanto in italia si è ingegneri solo se si lavora come tali, di conseguenza ci si presenta come tali es: "Tu che fai?" "Io sono un ingegnere"

l'identità si confonde con quello che fai

es: "Tu che fai?" "Io sono precario" segue la propria identità è precaria, mutante, instabile, intermittente, indefinita.

Miki - afferma che nel cambiare ufficio sente che qualcosa tra nello spazio fisico produce una sensazione di disorietamento identitario. "Cambio spazio ed anche io cambio"

La serata si conclude con Piero vs Mario il dibattito separa le identità in: identità volontarie vs identità involontarie. Piero afferma un'assenza d'intenzioni, prodotte sa una sorta di stanca pigrizia del singolo che fa risuonare in lui un credo preciso sulle potenzialità critiche dell'intelletto spesso accondiscendente nei confronti del Potere VS Mario che sostiene invece che il singolo difficilmente può scegliere se indottrinato da canali di comunicazione utilizzati in maniera strumentale.

partita aperta

nel prossimo post le scansioni degli appunti.

mercoledì 12 novembre 2008

TERZO INCONTRO PROVE - 4 Novembre





Pierino Latitante
Training al buio e senza musica. Le nostre identità si trasformano nella penombra. Esperimento suggestivo. Osservazioni soprariportate.
Emerge il concetto di "Svuotamento" (vedi img. 2)

SECONDO INCONTRO PROVE - Martedì 28 Ottobre





Assente Piero Di Donato - il mistero pierino s'infittisce
Arriva nuova persona Miki

Serata di dibattito. Ci cambiamo per il tarining, ci sediamo intorno ad un tavolo e parliamo tutta la sera. Saltano fuori temi molto interessanti
Sopra tutti gli appunti.



PRIMO INCONTRO PROVE

Assente Piero di Donato.
Training in totale silenzio accompagnati dalle prove vocali del coro.
Ampio dibattito dopo.
Ognuno di noi porta due identità storiche, narrative etc che ritiene essere state fondamentali.
Si discute del training e delle identità portate.

Scansione appunti in via di sviluppo.

martedì 28 ottobre 2008

martedì 21 ottobre 2008

Avviso per la serata

Claudia e Mario ci avvisano che per questa sera le temperature saranno basse. Si sollecita la presenza con tuta training comoda.

martedì 21 ottobre ore 21:00.
Oratorio di Piazza Esquilino (entrata adiacente alla piazza).

sabato 18 ottobre 2008

Esperienza al Buio - da www.milanodabere.it - esperienza di cui parlava Claudia

DIALOGO NEL BUIO - Si chiama così la particolarissima mostra che va in scena presso l'istituto da ormai due anni. E che continua a sorprendere. Un viaggio inedito e fuori dagli schemi, alla scoperta di una realtà "altra", non da vedere ma da sentire, odorare e toccare. Un vedere "diverso" in cui i sensi si acuiscono, la percezione si modifica, l'occhio svanisce e il corpo diviene attore protagonista. Di un dialogo con l'ambiente, con la guida e con i propri compagni di avventura. Un'avventura straordinaria nell'oscurità. In gruppi di otto persone, il pubblico viene condotto, passo passo, attraverso una serie di stanze che riproducono ambienti diversi, facenti parte del quotidiano ma che invitano a riscoprire il quotidiano sotto un altro punto di "vista". Quello in cui sono i sensi a parlare. Ecco allora l'importanza della guida, novello Virgilio in grado di condurre il visitatore nel mondo dell'invisibile. Cadono le barriere. I ruoli si invertono. Il cieco vede e il vedente non vede. Ma i due finalmente comunicano. Un percorso toccante e coinvolgente, della durata di un'ora e quindici minuti, in cui tutto scompare ma riappare l'anima e il significato profondo delle cose. Come il profumo di caffè che accoglie all'ultimo step dell'itinerario, in un bar (il Cafénoir) avvolto dalle tenebre. E dal fascino dell'inatteso.
CENE AL BUIO - Non tanto perché non si conosca il menu. Ma perché si tratta di cene interamente organizzate nell'oscurità. Piatti raffinati, di cui non se ne vede il colore ma se ne conosce il sapore, ingentilite da soavi note di sottofondo. Un'altra opportunità proposta dall'istituto per fa riscoprire il valore del sentire.
Istituto dei Ciechi
Milano (MI)
Via Vivaio, 7
Tel. 02 772261
testo tratto dal web

venerdì 17 ottobre 2008

Proposta Claudia

Claudia:
propongo per Martedì 21 Ottobre
  • pensare ad un personaggio, che nella storia o nell'attualità, nel romanzo o nella cronaca abbia avuto a che fare con l'identità, o abbia sostenuto un conflitto a causa di essa.
  • ognuno spiegherà il personaggio portato, il suo contesto, il perchè lo ha scelto
  • poi deciderà a che punto collocarlo del Golem (nota sul golem = leggendario automa di argilla ritenuto capace di difendere il popolo ebreo dalle persecuzioni, che sarebbe stato creato a praga nel 1580 dal rabbino cabalista löw)
  • successivamente rifletteremo sulle parole chiave cada personaggio
  • ed in quale cartelle cami inserirlo
Cami: propongo successivamente di lavorare con i personaggi nella città. Attuando una riflessione tra personaggio e osservazione del contesto cittadino, attraverso interventi individuali che saranno documentati al gruppo. Immaginavo che la cosa fosse fatta su i muri, come una sorta di firme-impronte del personaggio o della sua sintesi identitaria.

Claudia:
successivamente potremmo lavorare su i seguenti temi di riflessione, correlati alla perdita d'identità.

  • luoghi fisici attuali
  • luoghi nella storia
  • luoghi del mondo

giovedì 16 ottobre 2008

Proposta Cami

Cami: abbiamo fissato appuntamento per prossimo
martedì 21 ottobre ore 21:00.
Oratorio di Piazza Esquilino (entrata adiacente alla piazza).

Propongo tre cartelle di ricerca:

  • identità perdute
  • identità trovate
  • identità possibili
  • identità negate

TERZO Incontro sul COME

Martedì 7 Ottobre - presenti 4: Cami, Claudia, Valeria, Albi
Si rafforza l'idea che il come è di interesse dei quattro presenti. L'incontro inizia con la riflessione sul senso d'esclusione. Cami Propone un training con l'utilizzo di sole due parole: Si o No. Ipotizziamo incontri dove tutti si possano sentire di pensare ed agire senza autocensura. Claudia propone la crezione collettiva di un Golem-Frankestein, e ci racconta la parabola del Re. L'idea sui contorni ed i loro opposti rimane, sui volti proposti da valeria anche. Subentra il fattore nomi. Il Golem è Dio nel momento in cui sulla sua fronte viene scritto il suo nome. I nomi ed i loro segni sono oggetto di riflessione.
Torniamo all'identità: necessità di far raccontare l'altro attraverso l'inguaggi non verbali, codici di comunicazione insoliti che inneschino il flusso d'incontri.
Cami propone di usare le cose con associazioni non-logiche:
  • il volto ed il suo significato usato in un altro contesto
  • lavorare le ombre generate dal lavoro sui contorni come ciò che sul retro viene portato sul fronte. Successivamente Dai nostri retro creare il Golem.

Alberto scrive: nel momento attuale abbiamo deciso di non invitare nessuno e di chiudere la porta (in questa fase di genesi), la sfida è di poterla aprire a tutti, artisti e non.

Prabola del Re: il figlio del re si sposa, dei suoi amici non viene nessuno, così apre le porte a tutti trasformando la festa mancata nella festa di tutti.

Secondo Incontro sul COME


Martedì 7 Ottobre - presenti 4: Cami, Albi, Claudia, Valeria
L'incontro parte basso, discutere del come ed ipotizzarlo pare essere cosa difficile. Decidiamo di ribaltare il progetto. L'incontro aperto risulta chisusissimo, nonostante gli intenti stiamo ottenendo gli esiti contrari. Iniziamo ad elaborare attività possibili risultato delle nostre osservazioni è che il dibattito sul come è solo di nostro interesse, mentre il fare è richiesta di molti. Decidiamo di strutturare il fare partendo dalle nostre idee e di aprirlo a più gente possibile, lasciando l'elaborazione progettuale solo agli interessati. L'intento iniziale si ribalta, ciò che era ZONA CHIUSA diventa ZONA APERTA e viceversa.
Iniziano le ipotesi su come lavorare il tema di ricerca: perdita d'identità. Si ipotizza di partire dalla soggetto identità per arrivare alla sua perdita, si conclude che un concetto non esclude mai il suo contrario.
Si decide di proppore attività che riguardino il trainig più appuntamenti di osservazione cittadina, il gruppo vuole relazionarsi al suo contesto e cominciare da esso. Emerge l'esgenza di lavorare su contorni e volti, suoni della città.
Alla fine dell'incontro realizziamo che nessuna delle idee emerse è proprietà di uno di noi, il singolo è stato sostituito dal collettivo = il lavoro ha inizio.

PRIMO IncontrO sul COME




Martedì 30 Settembre -RITARDO COLLETTIVO - INCONTRO INIZIA DOPO 1 ORA

Dibattito e riflessione sul libro portato da Piero. Ci interroghiamo sul teatro senza regista ed i concetti del giardino giapponese fino ad arrivare alle performance di Franco B.
Partecipano all'incontro: Giacomo, Andrea (cartografo, scultore), Valeria Fogato, Piero di Donato, Cami, Albi, Claudia.
Claudia e Valeria propongono il metodo Picasso per lavorare gli incontri pratici: il punto di vista del singolo come proposta contaminatrice nel trainig di gruppo. Metodo da loro invetato che trasla i concetti cubisti alla questione del trainig teatrale.
Nasce l'esigenza di strutturarsi all'interno di metaregole e di iniziare il lavoro fisico sperimentale. Riporto in alto gli appunti della serata.

venerdì 26 settembre 2008

Incontro 23 settembre - diposizione spaziale

Da Piero Di Donato:

ART 65. COMMA 7.Ai lavoratori/lavoratrici che conseguono dopo l'assunzione la licenza di scuola media superiore, viene attribuito, per una sola volta, un premio di euro 121,37 con esclusione dei titoli a carattere artistico.

giovedì 25 settembre 2008

martedì 23 settembre 2008

Falla Girare

di Jovanotti, Sergio Della Monica,Domenico Canu, Alex Neri, Marco Baroni

Lo sai che apparenze non ingannano
E i cigni dentro all’ acqua non si bagnano
Lo sai c’è una febbre che ti fa guarire
E che ci sta un silenzio che si fa sentire
Lo sai che il dna è lungo più dell’equatore
Lo sai che c’è uno spirito anche dentro ad un motore
Lo sai che i grandi mistici hanno braccia forti
E i grandi calciatori c’hanno piedi storti
Lo sai che nella pancia puoi ascoltare i suoni
Lo sai che anche i malvagi fanno gesti buoni
Lo sai che ogni tramonto è l’alba di un vampiro
E che le idee future sono già in giro
Lo sai che proprio adesso un uomo sta morendo
Lo sai che proprio adesso un bimbo sta nascendo
Lo sai che proprio adesso noi stiamo vivendo e qualche cosa proprio ora ci stiamo cambiando

Falla girare falla girare falla girare così che tutti la possano vedere
Falla girare falla girare falla girare così che tutti la possano sentire

Le zebre sono bianche con le strisce nere
Le zebre sono nere con le strisce bianche
Lo sai che per le mosche noi siamo lentissimi
E per una balena siamo piccolissimi
L’africa è il continente più ricco del pianeta
A volte l’alfabeto inizia dalla zeta
Lo sai che il santo graal è nel salotto di mia nonna
E il centro della terra sta sotto la gonna
Lo sai che un kilo d’oro pesa come un kilo d’aria
Lo sai che Dio esiste fino a prova contraria
ci sono due manierePer uscire di prigione Scontare la tua pena oppure un evasione
Lo sai che nello spazio non c’è gravità
Lo sai che certe volte non c’è neanche qua
Lo sai che questa notte esploderà una stella
Lo sai che un’emozione poi non si cancella

Falla girare falla girare falla girare così che tutti la possano vedere
Falla girare falla girare falla girare così che tutti la possano sentire

Lo sai che c’è una febbre che ti fa guarire
E che ci sta un silenzio che si fa’ sentire
Lo sai che il dna è lungo più dell’equatore
Lo sai che c’è uno spirito anche dentro ad un motore
Lo sai che i grandi mistici hanno braccia forti
E i grandi calciatori c’hanno piedi storti
Lo sai che nella pancia puoi ascoltare i suoni
Lo sai che anche i malvagi fanno gesti buoni
Lo sai che ogni tramonto è l’alba di un vampiro
E che le idee future sono già in giro

Falla girare falla girare falla girare così che tutti la possano vedere
Falla girare falla girare falla girare così che tutti la possano sentire

http://angolotesti.leonardo.it

Conversazione con fecit circa L'ANTE-PROGETTO

Cami: Questo lavoro va oltre la mia paternità, o la mia persona. Chiunque può avere qualcosa di più importante in qualsiasi momento. Chiunque può essere colui che mina l'impresa, come colui che l' alimenta. Questa è la sfida, la cosa che (IN SENSO ASSOLUTO) ci siamo intimamente dimenticati, ciò che io voglio ricordare, il messaggio necessario - indispensabile che desidero far circolare.

GABER:"la libertà non è uno spazio libero, la libertà è partecipazione"


Fecit:anche io ho capito cosi

Cami : Molti saranno quelli che prima o poi avranno qualcosa più vicino e più afferrabile. Più concreto perchè più riconoscibile. Dipende da perchè lo fai e da cosa è per te il teatro, cosa sogni che esso sia....

Cami :come reagisco al senso di sostituibilità?
Cami :non lo so
Cami : questo è qualcosa di mio intimo
Cami: lì le porte sono aperte, solo per chi le vede.

Fecit: ho delle idee da portarti. Se la struttura rimane aperta credo che sarà qualcosa di molto bello che si può costruire in modo curioso e strano, ma efficace.
L' argomento dell' identità è vastissimo, è tutto.
Ho una mia visione del farlo....è un lavoro che prende tutti i giorni...chi ci dedica due ore, chi ci lavora costantemente, chi in uno spazio e in tempi diversi...per poi ritrovarsi ogni volta.

Cami: questo è "PRIMA DEGLI OCCHI". QUESTA CONVERSAZIONE è: PRIMA (ante) DEGLI OCCHI, DELLA VISTA, DEL LAVORO TEATRALE come assetto di parametri comunemente riconosciuti, essa è PENSIERO ED INTERROGATIVO circa il teatro e la sua contemporaneità.

sabato 20 settembre 2008

Teatro senza regista, di Jurij Alschitz

Piero mi ha scritto una mail che riporto nella sua interezza


Teatro senza regista, di Jurij Alschitz dalla prefazione:

"Questo libro parla della nostra casa teatrale e di attori senza dimora. Della speranza di sopravvivere da soli e della capacità di vivere con gli altri. Il libro è nato dalla triste consapevolezza del fatto che tutti noi a teatro viviamo una vita diversa. È diventato questo il problema principale della nostra attività teatrale, del nostro lavoro, della nostra famiglia teatrale. In pratica non c'è niente che ci unisca artisticamente. Persa è una fede che ci aggreghi tutti, ed ecco che ci siamo disgregati. È la realtà. Non abbiamo una casa comune, abbiamo dimenticato come costruirla e come viverci insieme. Parliamo lingue diverse.

Dal vocabolario teatrale una parola magica sta gradualmente scomparendo: compagnia, e al suo posto è sopraggiunta una parola pratica: progetto"

  • anteojos = prima degli occhi : nel tempo o nello spazio ?
  • anteojos = davanti agli occhi ? nel tempo o nello spazio ?
  • anteojos = "telescopio" per vedere lontano nello spazio. e nel tempo ?
  • anteojos = "occhiali", per vederci meglio nel tempo. e nello spazio ?
  • anteojos = "occhiali protettivi", per proteggerci nello spazio e nel tempo ?

martedì 16 settembre 2008

Primo messaggio

E' stato aperto lo spazio web. Contenitore - semivuoto.
Al prossimo incontro!
Si apre il dibattito su contenuti e formule proposte!
Proponiamo:


Martedì 23 Settembre - ore 21:00
casa Mancini-Giannelli

via eugenio villoresi,2 - Milano

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