Preleva


sabato 29 novembre 2008

EL CAJON DE SASTRE (cioè Appunti sparsi messi in disordine per riordinare le idee!)

Davide:
  • Titolo del lavoro: C.I. (cartà d’identità oppure cerco l’identità)
  • Potrebbe essere interessante se esistesse uno sportello “Identità smarrite”.
  • A.A.A. Cercasi Identità anche di seconda mano, purchè integra.
  • Diventare se stessi insieme agli altri!L’altro è uno specchio che mi fa vedere chi sono.

>>>>>>>>>Riflessioni sul “Concetto Motore: Perdità d’Identità”

Partendo da una certezza...ogni essere umano è in possesso di una identità quindi potenzialmente può essere perduta. Però non tutti hanno ben presente qual’è la propria vera identità, allora prima di poterla perdere bisogna trovarla.

Quando due persone si conoscono una delle domande più frequenti è: “Cosa fai nella vita?”(*). L’altro può rispondere soltanto con il ruolo che si è ritagliato oppure che gli hanno cucito addosso: “Sono un’Ingegnere”(**). Sarebbe curioso se si riuscisse a modificare la domanda con “Chi sei?”. In questa situazione, l’altro, come potrebbe rispondere?

Bella domanda!

Il “cosa fai” è una specie di recinto(zona limitata) dove facilmente ci si può individuare ed essere individuati. Il “Chi sei?” è pericolosamente dispersivo, nel senso che ci si potrebbe sentire in una vasta zona illimitata,come essere persi in mezzo al mare senza punti di riferimento dove l’unico confine può essere l’orizzonte lontano. I "limiti" sono strani,a volte è pericoloso superarli e a volte è necessario.

“Pierino scrive: l'identità che coincide con quello che fai può essere rubata. mentre l'identità che coincide con quello che sei, non può essere rubata.

Questa riflessione mi genera una domanda:

Che cosa nella vita non possono portarmi via?

Le idee, i sogni, i credo, la curiosità di scoprire, le emozioni.

A questo punto possiamo paragonare il “Che fai” all’avere, cioè quello che può essere rubato, e il “Chi sei?” all’essere, quello che nessuno al mondo potrà sottrarti.

Risultato di questa espressione poco algebrica e molto celebrale è:

L’Identità Primaria (Chi sono?)= Essere

L’Identità Secondaria (Cosa faccio?)= Avere

Visto che l’identità secondaria esiste,eccome se esiste, come possiamo conviverci e farla diventare nostra alleata?

Magari quello che faccio mi può aiutare a capire chi sono.

 

(*) Roby Rosi ha risposto: Faccio tutto tranne lavorare!

(**) L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ciò significa che il lavoro è considerato il valore di maggiore importanza per il stima sociale dei cittadini.

Spulciando un libro di educazione civica ho trovato questo...l’ho trovato un link ai pensieri mossi dal progetto Anteojos

 

>>>>>>>>>DISADATTAMENTO (Crisi d’identità)

Nelle situazioni in cui all’individuo è richiesta una serie di adattamenti all’ambiente sociale che egli non riesce a integrare nella sua personalità si verifica il fenomeno del disadattamento(quindi avere una crisi d’identità): si può dire che in certe situazioni vengono a mancare i mezzi per corrispondere alle aspettative sociali. 

Chi non riesce ad adattarsi spesso rappresenta un disturbo o un pericolo per il gruppo sociale (Scheggia impazzita), e, a seconda della capacità che ha la società di favorirne l’integrazione, viene “recuperato” (ma che cos’è un naufrago?) oppure emarginato(un male incurabile?) , represso (un maniaco?), punito (Un delinquente?). Tradizionalmente, un tipo di “disadattamento” ammesso dalla società è quello che tende a superare le norme, quello del santo (ma dai...non l’avrei mai detto!), del sapiente (uno che usa la propria testa cercando di garantire una certa indipendenza alle proprie idee) , dell’artista eccentrico; ma non sono altrettanto tollerati altri atteggiamenti di negazione o trasgressione. Un certo grado di disadattamento può manifestarsi in atti di ribellione e di aggressività, o nella tendenza di sottrarsi a determinati impegni: la più o meno consapevole “protesta” dell’individuo, in questi casi, è un segnale di malessere (male di essere o essere il male?) legato a conflitti che si sono creati nel suo rapporto con gli altri (o con se stesso? Visto che viene considerato un emarginato da reprimere e da punire.).

Casi di gran lunga più gravi sono le manifestazioni di vandalismo e il violenza individuale e di gruppo sempre più diffuse nelle società contemporanee, che non vanno considerati soltanto come sintomo di difficoltà individuali, ma anche come un “livello di guardia” al quale il collettività si sta avvicinando a causa dei conflitti che si sono sviluppati al suo interno.

giovedì 27 novembre 2008

NEWS!!!!

Cami: Mario, Grava e prole sono inspiegabilmente dentro al video di Robi Rosi!!! Come sia stata possibile questa fatalità ce lo stiamo chiedendo! Mi hanno detto che martedì portano le foto del giorno in cui sono state fatte le riprese e nel quale loro se la stavano spassando sul lungomare inseguendo le due spose sullo sfondo! 
Aiutami a DIREEEEEE! 

I deliri di Pierino II

Piero: "[...] per dirla in breve, il processo di "individualizzazione" consiste nel trasformare "l'identità" umana da una "cosa data" in un "compito" e di accollare ai singoli attori la responsabilità di assolvere tale compito  [...] per dirla alla Jean-Paul Sartre non basta nascere borghesi occorre anche vivere come borghesi [...] dover diventare ciò che un altro è costituisce l'elemento peculiare della vita moderna [...]. la modernità sostituisce l'eteronomica determinazione della condizione sociale con una compulsiva e obbligatoria autodeterminazione"
 
da Modernità Liquida di Zygmunt Bauman

 
a cui aggiungo la considerazione personale che ritengo che le classi (borghesi, proletari, ...) non esistono più, o al  meno non sono collante sociale che determinano comportamenti (esempio : i proletari che votano berlusconi), cioè siamo già oltre il "sei quello che fai" come classe sociale, mestiere; per cui l'identità appare paradossalmente slegata dalla sua socialità. 
può essere che l'abbiate già detto, ma potrebbe esserci un'identità psicologica che è distinta dall'identità sociale. se è così, di quale delle due stiamo parlando ? lo dico a me stesso, perché capisco solo ora (in questo preciso momento in cui sto scrivendo) che potrebbe essere che quello che continuo a non capire è che antojos si occupa della seconda mentre io continuo a pensare alla prima e lo sfasamento spiega molte cose che non riesco ad inquadrare come una di martedi ... 
 
martedi. ascolto grava, ma non riesco a dare un luogo alle sue affermazioni. vorrei domandare : ma esistono davvero luoghi dove istituzionalmente ti cambiano l'identità ? "ce ne sono centinaia dappertutto, quanti ne vuoi" (claudia grava) ? a me è sempre risultato che cambiare identità pubblica sia di una complessità notevole oppure legato a comportamenti illeciti ovvero estremi: (per esempio : cambiare nome richiede un processo di molti anni e viene concesso per legge con estrema difficoltà; oppure il "lavaggio del cervello" è una pratica che richiede farmaci e condizionamenti pesanti; oppure un programma protezione per collaboratori di giustizia è giustificato da gravissimo rischio per le persone). l'unico esempio che mi viene in mente sono gli immigrati dle primo novecento che arrivando negli stati uniti potevano per 10 dollari avere un nome nuovo. il concetto per cui cambiare identità ha luoghi diffusi non mi sembra realistico, nel senso di riconoscibile concretamente dal pubblico. o sbaglio ? 
 

mercoledì 26 novembre 2008

Grava Aggiunge

Se vogliamo cambiare campo, in linguistica, ramo semiotica, c'è una differenza tra ANTONIMI e COMPLEMENTARI.

Gli antonimi, o contrari, sono gli estremi opposti di un campo semantico, all'interno del quale sono però presenti molte altre sfaccettature: es. bello e brutto sono contrari, ma c'è carino, bruttarello,ecc.,e così giovane e vecchio (o nuovo e vecchio), ecc. ; invece i complementari, o contraddittori, coprono l'intero campo, cioè uno esclude l'altro, l'uno equivale alla negazione dell'altro: es. vivo/morto, maschio/femmina (quasi sempre), acceso/spento. Quindi uno non-bello può anche non essere brutto, uno non-vivo è sicuramente morto.

Amen

I deliri di Pierino - ANTI & CONTRO

Devo dire che ripensandoci poi, e facendo qualche verifica in termini più rigorosi, probabilmente "anti" e "contro" hanno senso analogo e sono largamente sinonimi

 

però rimane l'elemento di riflessione e che possiamo ribadire partendo da una caratteristica dell'antimateria : cioè questa esiste dove non esiste la materia, perché l'incontro tra i due elementi produce il nulla (o l'annichilimento); il contro invece richiede ed obbliga ad un campo condiviso, un elemento conteso e un meccanismo di conflitto che suppone un superamento delle posizioni iniziali (con vincitori e vinti, sostanzialmente vivi, o almeno sopravvissuti).

 

questo quanto dovuto

p.s. l'antimateria si contradistingue per un segno energetico opposto a quello della materia. ha a che fare con einstein e la meccanica quantistica. troppo in là per i nostri scopi, suppongo

 


Ragioniamento:

 

l'identità che coincide con quello che fai può essere rubata. mentre l'identità che coincide con quello che sei, non può essere rubata. l'odontoiatra falso non si è preso la malattia dell'odontoiatra vero. e l'odontoiatra falso non aveva identità, oppure aveva un'identità falsa. e l'identità falsa è "anti-identità" o e "contro-identità" ...

Segnalazione

Mario: Catania-settimana scorsa. Odontotecnico ruba l'identita dell'odontoiatra al quale aveva affittato lo studio approfittando di una sua malattia. Esercitava la professione con il nome e titolo del dentista e nessuno si è accorto di nulla.

Martedì 25 Novembre: Serata di giochi e messe a fuoco:

Prima serata con training musicale da stereo. Giochi con le palle, macchine, invenzioni. Mario malato. Claudia porta le sue novità, Davide racconta la storia di Rosi e del calciatore uruguaiano.
Al contrario della volta scorsa si gioca assieme per circa 2 ore, dall'inizio alla fine de cd. 
Claudia ha scritto-imbastito la struttura dello spettacolo, iniziamo a collocare ciò che è stato creato fino ad oggi. 

Individuiamo 3 grandi settori di lavoro attoriale, provenienti da tre tipologie di ricerca diverse e che segneranno il carattere del nostro lavoro: 
  1. Il lavoro generale: sulla struttura narrativa (prologo, epilogo, narratore, racconto)
  2. Il lavoro "altro": personaggi generati da oggetti e carte identità
  3. Il lavoro personale: sulla cartella identitaria dominante di ognuno di noi (iniziata con il racconto sul personaggio storico, narrativo, di fantasia etc ... portato da ognuno di noi) 
Ognuno dei quali ha un ritmo, un'energia , uno spazio e una forma di lavorazione differente.
   
Decidiamo di iniziare a lavorare su cose semplici, giochi che ci aiutino a conoscerci. Inizieremo con le idee di traininig proposte da Claudia, lette nel corso del finale della serata.

Robi Rosi

Davide racconta:

Un film di Ricky Farina.

Dopo "Alda" e "Silvano" ecco a voi "Roby Rosi", il terzo ritratto filmato
che fa parte a pieno titolo di quella serie dedicata a chi vive la vita
in modo unico e irripetibile, in modo -personale-. 

Ritratto di un campione. Roby Rosi è stato campione di Superflash,
il famoso quiz di Mike Bongiorno, l'anno era il 1985.
Era preparato sulla nazionale del Brasile, arrivò a disputare la
finalissima dei supercampioni e si classificò secondo, a pari
merito con un altro concorrente, se non ricordo male.

Ma citando una frase immortale tratta da "Lo Spaccone", film
adorato da Rosi, "io sono il migliore, e anche se mi batti
sarò sempre il migliore". Roby non arrivò primo, ma era
il migliore, non ci sono dubbi al riguardo.

Il ritratto che gli ho dedicato però non accenna a questa
sua esperienza televisiva, perché Roby è un personaggio
unico, e non ha certo bisogno di questi riferimenti.

Guadagnò più di 70 milioni, e li spese tutti in due anni,
sguinzagliando la sua vitalità per i locali della
Versilia, facendo divertire chi aveva la fortuna di incontrarlo.

Ora Roby dedica la sua vita alla tavola, che significa vino,
cibo, e soprattutto amicizia.
 
  • La storia del Capitano dell'Uruguay:

Il capitano di una squadra di calcio raramente è un uomo qualunque. Non è obbligato ad avere talento, ma non può prescindere da lealtà, coraggio, spirito di sacrificio, lucidità. Il capitano è il saggio del campo, ergo il leader.
Obdulio Varela, capitano del Penarol e dell'Uruguay, non era nato per essere un fuoriclasse. Era un proletario, un centrocampista convertito a libero, dai piedi grezzi. Ma a lui il suo paese deve la sua seconda Coppa del Mondo.
E' il 16 luglio 1950, stadio Maracanà di Rio de Janeiro. Una torcida di 200.000 tifosi è già pronta a festeggiare la prima vittoria mondiale del Brasile. Un popolo intero attende il carnevale del dopogara per le ruas.
I carioca sono forti, fortissimi. Hanno rifilato sei gol a Svezia e Spagna. La Federcalcio uruguayana è rassegnata a perdere, ma vuole una sconfitta dignitosa, non più di quattro gol di scarto.
Obdulio non ci sta. Ha 33 anni, è l'unico della squadra ad avere esperienza internazionale, è all'apice della sua carriera, e all'uscita dagli spogliatoi carica i suoi: "Non guardate mai le tribune! La partita si gioca qui sotto!". Impedisce persino il lancio della monetina, riconsegnandola all'arbitro per dare ai brasiliani, così dice, la consolazione del calcio d'inizio. E' sicuro, sarà la sua nazionale a laurearsi campione.
La gara fila liscia fino al sesto minuto del secondo tempo, quando Friaca mette a segno il vantaggio del Brasile. Il Maracanà è un boato di gioia, per l'Uruguay sembra finita. Sembra. Perché Obdulio freddamente si avvicina alla propria porta, prende il pallone, osa anche protestare per un fuorigioco, mentre intorno a lui è una bolgia infernale.Poi torna verso il cerchio di centrocampo, lentamente. Ci mette tre minuti tre per raggiungere l'arbitro. Chiede un interprete, discute con il direttore di gara, mentre i tifosi, riavutisi dall'ubriacatura del gol, cominciano a mostrare i primi segni di insofferenza, ad insultarlo. Obdulio guarda provocatoriamente la folla. Ha ottenuto ciò che voleva: ha raffreddato gli animi. La partita, sul piano emotivo, torna ad essere in parità. Anzi no. Guarda i suoi e dice: "Questa partita la vinciamo noi".
Da quel momento l'Uruguay è una furia: prima pareggia, con Schiaffino, al 19', ammutolendo d'un colpo il Maracanà. Poi, a nove minuti dal termine, infila il gol del trionfo con Ghiggia. L'Uruguay è campione del mondo, il Brasile un paese in lutto.
Quella notte Obdulio non lascia Rio. Si confonde fra i tanti brasiliani che prendono d'assalto, disperati, i tanti bar della città. Beve con loro, ne condivide l'amarezza. E' una strana notte di gioia e lacrime, che racconta con queste parole: "Il proprietario del bar si è avvicinato a noi insieme a quel tizio grande e grosso che piangeva. Gli ha detto: - Lo sa chi è questo qui? E' Obdulio - . Io ho pensato che il tizio mi avrebbe ammazzato. Ma mi ha guardato, mi ha abbracciato e ha continuato a piangere. Subito dopo mi ha detto: - Obdulio, accetta di venire a bere un bicchiere con noi? Vogliamo dimenticare, capisce? - Come potevo dirgli di no? Abbiamo passato tutta la notte a sbevazzare da un bar all'altro" (Osvaldo Soriano, Fùtbol).
Così Obdulio rinunciò alla sua festa per immedesimarsi nella sofferenza degli sconfitti, lui che di quella sconfitta era stato l'architetto. Anni dopo annegò nell'alcool e nella miseria. Ma il "grande capo nero" quella notte vinse due volte.

domenica 23 novembre 2008

FREE BLOGGER - per la libera circolazione delle idee: No alla legge Levi-Veltroni



Cami: Qualcosa che accade in italia - a voi la visione.

giovedì 20 novembre 2008

Quinto incontro: Martedì 18 Novembre - appunti e recensione dei fatti

Cami: trascrivo gli episodi che sono riuscita a registrare in questo incontro.
TRAINING SILENZIOSO DI 3 ORE . Oggetto: il confine.  Movimenti nello spazio ci disegnano, definiscono la nostra relazione tramite il posizionamento, marchiano le tracce nello spazio del nostro passare. Intervalli di letture da Identità Mutanti di Fam. Segnamo lo spazio attraverso l'uso di carboncini, Tutto lo spazio.
Piero disegna una ragnatela di scarpe, associandole e mischiandole dopo un lungo percorso di passi tratteggiati. Mario cammina ed esce da i suoi confini contornando i suoi passi e facendoli diventare come sassi sullo stagno, un sentiero. Alberto disegna quei sassi che diventano volti non più calpestabili, sentieri non più percorribili. Valeria scrive dentro ai bordi dei contorni dei suoi piedi,  Davide scrive un Mondo di messaggi (tra lo scritto e il disegnato) tutto intorno a se dentro e nel quale non possiamo entrare, Miki contorna tutti gli oggetti che gli altri non considerano: il libro, il secchio, io seguo le persone tratteggio sul pavimento i tracciati di Pierino, lo ingabbio intorno ai suoi piedi, faccio lo stesso con gli altri... il gioco va avanti... Mario mi raggiunge e dopo il suo sentiero unisce il suo contorno al mio, io scrivo al suo interno: io sono due. Mario ha la faccia metà rasata e metà no, con il carboncino gli disegno l'altra metà.
Il gioco continua fino a diventare solitario. Mario cerca il contatto con tutti. Dallo spazio emerge principalmente la concentrazione delle attività ai due estremi dell'enorme rettangolo a nostra disposizione e coposto da una miriade di confini spezzati e ridisenati. 
Concludiamo con le parole su quello che è accaduto.

Cami: che differenza c'è tra la radice anti e la radice contro?
Piero: Anti-materia= senza massa
(piero svilppa un ragionamento molto interessate ma che non sono in grado di registrare, piero! ritrasrivilo tu)il tutto si chiude con il fatto che dove c'è a materia (territorio appartenente al "contro") non ci può essere l'anti materia.
Valeria: maternità (in una lingua indigena) = mancanza di essenza

Stefano Rodotà su diritti civili e laicità : "prigionieri di uno schema"

venerdì 14 novembre 2008

Provoco Azioni - mercoledì 19 - Propongo di andare tutti

Cami Proposta:
Oltre al nostro incontro del prossimo martedì 18, propongo di andare a ll'incontro di ProvocoAzioni di Mercoledì 19 Novembre ecco le specifiche dell'appuntamento:
Mercoledi' 19 Novembre 2008
Presso la Fondazione Corrente
Via Carlo Porta 520121 - Milano
tel. 026572627
Dalle 18:30 in contemporanea alla mostra Corrente
1938-1978-2008 sara' proiettato il video "Via delle provocoazioni".

giovedì 13 novembre 2008

Dopo Valeria e la Storia di Mor



Cami: Ho chiesto a Google di mostrarmi Mor. Eccolo.

untitled


Appunti quarto incontro

Cami: mi riesce impossibile inserire gli appunti a causa di un inchiostro poco visibile.
Molto importanti e rimasti non trascritti sono gli interventi di Claudia, Mario e Piero.
Claudia: Questo lavoro secondo me sarà con una struttura narrativa simile al "Decameron"
ognuno di noi racconterà qualcosa e nel raccontare è passerà al fare.
Mario: cita due notizie A.N.S.A.:
  • Storia del brigatista pentito che davanti ad un tavolo di carte d'identità si trova a sceglierne una.
  • Storia delle sim card che avevano rubato l'identità ad una serie di persone.
Piero:
  • Storia dei codici computer associati ad identità precise. Schedati. Tribunale ordina la distruzione dei dati.

Quarto incontro - Identità Mutanti (come dice FAM - Francesca Alfano Miglietti)

Siluette di face book
immagine simbolo del portale informatico
la faccia manca,
la devi mettere tu altrimenti
rimani così: bianco con l'azzurro intorno.

Cami: Apriamo il nostro quarto incontro con il totale delle presenze ed il parziale dei ritardi. Mario chiede: "Dove andiamo?" ed io che sto leggendo "Sulla Strada" di Jack Kerouak trovo questa mattina la stessa frase (con in più la risposta) sulla copertina del libro:
"Dove andiamo?" " Non lo so, ma dobbiamo andare."
Prima di riassumere l'incontro di ieri vi suggerisco un libro:
"Identità Mutanti"
di FAM (Francesca alfano Miglietti)
Dalla piega alla piaga: esseri delle contaminazioni contemporanee
edito da Bruno Mondadori
vi cito l'inizio: (...) la fine dl mondo tanto premonizzata è già avvenuta, ma non avendone data notizia i telegiornali ed i giornali, i più non se ne sono accorti...(...)
in questo libro strepitoso e denso è possibile Guardare ciò che spesso si sorvola. Particolarmente Speciali per il nostro lavoro:
  • pag. 173-175 Ciò in cui credo di James G. Ballard
  • pag. 177-187 Conversazione tra FAM e Orlan

Nel nostro ultimo incontro molte cose sono accadute, prima fra tutte l'evidenza di un mutamento nell'utilizzo delle parole come:

  • materiale umano
  • funzione strumentale

l'uomo diventa una cosa es: (un materiale o una funzione) e si Identifica-associa con ciò che fa' ovvero: nel suo lavoro. Non nel Fare = Agire (nel come agisce la vita) ma nel Fare = Cosa ovvero come si posiziona lavorativamente. La Posizione è un tema.

Piero - ci fa notare che in inglese quando si mette un annuncio per un posto di lavoro il datore scrive posto vacante e non scrive cercasi ingegnere, macchinista, ma cercasi persona che ricopra il posto vacante di etc.. Pertanto in italia si è ingegneri solo se si lavora come tali, di conseguenza ci si presenta come tali es: "Tu che fai?" "Io sono un ingegnere"

l'identità si confonde con quello che fai

es: "Tu che fai?" "Io sono precario" segue la propria identità è precaria, mutante, instabile, intermittente, indefinita.

Miki - afferma che nel cambiare ufficio sente che qualcosa tra nello spazio fisico produce una sensazione di disorietamento identitario. "Cambio spazio ed anche io cambio"

La serata si conclude con Piero vs Mario il dibattito separa le identità in: identità volontarie vs identità involontarie. Piero afferma un'assenza d'intenzioni, prodotte sa una sorta di stanca pigrizia del singolo che fa risuonare in lui un credo preciso sulle potenzialità critiche dell'intelletto spesso accondiscendente nei confronti del Potere VS Mario che sostiene invece che il singolo difficilmente può scegliere se indottrinato da canali di comunicazione utilizzati in maniera strumentale.

partita aperta

nel prossimo post le scansioni degli appunti.

mercoledì 12 novembre 2008

TERZO INCONTRO PROVE - 4 Novembre





Pierino Latitante
Training al buio e senza musica. Le nostre identità si trasformano nella penombra. Esperimento suggestivo. Osservazioni soprariportate.
Emerge il concetto di "Svuotamento" (vedi img. 2)

SECONDO INCONTRO PROVE - Martedì 28 Ottobre





Assente Piero Di Donato - il mistero pierino s'infittisce
Arriva nuova persona Miki

Serata di dibattito. Ci cambiamo per il tarining, ci sediamo intorno ad un tavolo e parliamo tutta la sera. Saltano fuori temi molto interessanti
Sopra tutti gli appunti.



PRIMO INCONTRO PROVE

Assente Piero di Donato.
Training in totale silenzio accompagnati dalle prove vocali del coro.
Ampio dibattito dopo.
Ognuno di noi porta due identità storiche, narrative etc che ritiene essere state fondamentali.
Si discute del training e delle identità portate.

Scansione appunti in via di sviluppo.