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sabato 28 febbraio 2009

Prossimi incontri:

Stesso luogo Solito orario
  • Martedì 3 Marzo
  • Giovedì 5 Marzo
A martedì Bellocci!

mercoledì 11 febbraio 2009

Prossimo Appuntamento

Confermato prossimo appuntamento ore 21:00 per giovedì 19 febbraio stesso posto stessa ora!

MESS PER DAVIDE: Arrivata una nuova persona, ieri si sono delineate molte cose (inizio di spazio, intenti, ipotesi di giorni prove, linea del lavoro .... serata superproduttiva) 

venerdì 6 febbraio 2009

Circa l'identità "CIò CHE SCOMPARE"



(...) L'analisi di Erodoto nelle Storie (circa il costume di diversi popoli nel rito funerario) di far scomparire non si arresta ad un semplice rilevameto di differenze.. Egli pone in luce l'attaccamento di ogni socetà nei confronti dei propri costumi, a tal punto da suggerirci che, anche a proposito della categoria di "ciò che scompare", vi è un problema d'identità. Nel momento in cui le società decidono cosa far scomparire e in che modo, esse decidono circa la propria identità. E quando nella categoria dello scomparire troviamo- com'è inevitabile -il problema della morte e quello del trattamento dei cadaveri il senso dell'identità si fa particolarmente acuto, giacchè la morte è l'evento che pone in causa l'identità (sociale, oltre che individuale) (...)

Francesco Remotti
Luoghi e Corpi, antropologia dello spazio, del tempo e del potere.
Bollati Boringhieri


Caso Eluana Englaro:

Riflessioni della I settimana di Febbraio


Claudia:
> Sto cercando di metterlo nel blog come commento allo scritto di camilla, ma sono imbranata, non riesco, mo' ce riprovo, ma intanto ve lo mando così
> Penso che siamo arrivati finalmente al dunque. Se l'intento di Alberto e Camilla fosse stato quello di lavorare sull'identità individuale, sarebbero probabilmente rimasti in Argentina; mi pare invece che abbiano esplicitamente dichiarato di essere tornati per parlare nel nostro Paese del nostro Paese. 
> Finora, abbiamo sviscerato il tema dell'identità e della perdita d'identità nelle sue diverse sfaccettature, ognuno partendo dalla propria idea e dal proprio "mito di riferimento", come dice Camilla; abbiamo utilizzato esempi e personaggi di vari tempi e paesi, reali e immaginari; la varietà delle proposte e delle interpretazioni ha arricchito la cosiddetta "prima fase" del nostro lavoro, come era negli intenti. 
> Ora però che vogliamo giungere a qualcosa di concreto come uno spettacolo, è necessario che ci mettiamo d'accordo su cosa vogliamo dire e dobbiamo dire tutti la stessa cosa, altrimenti non sarà uno spettacolo. 
> Aspettando di sentire direttamente da Camilla la sua proposta, penso che ciò su cui dobbiamo metterci d'accordo è: che cosa vogliamo dire del QUI e ADESSO, cioè dell'identità collettiva e/o della perdita di questa identità IN ITALIA, OGGI. Credo che su questo si possa avere o trovare un sentire comune. Credo che sull'identità collettiva debba essere il mito di riferimento dello spettacolo, su questo tema dobbiamo trovare che cosa abbiamo da dire, e che invece il lavoro di ognuno sul proprio personaggio possa nascere dalla relazione tra quell'elemento comune deciso insieme e il lavoro sull'identità individuale, facendo tesoro di tutto il materiale accumulato finora. Cioè, ognuno costruisce il proprio personaggio, con la sua identità e il suo mito di riferimento, che si relaziona con il mito di riferimento collettivo sull'identità. 

Piero:

parto da lontano, ma ho bisogno di raccontare questa cosa e per dirmi d'accordo con claudia

 

ad andreino, a catechismo, gli hanno chiesto di pregare per eluana englaro. l'ho trovato nel letto che recitava un'ave maria. non ho indagato cosa gli abbiano raccontato, ne gli ho chiesto il suo pensiero sul tema. mi sono limitato a chiedergli di pregare insieme con me per il papà di eluana. non dicevo un'ave maria da 30 anni, e non mi è sembrato strano; mi è sembrato giusto chiedere conforto per un altro; anche lì dove io ho rinunciato (smesso di) a trovarne 

 

c'è un modo di stare come "identità privata" nell' "identità collettiva" che può essere fonte di smarrimento o di perdita di identità, oppure di ritrovare un'identità. il tema è forte. è attuale. credo che uno spettacolo immerso nel qui/adesso di questa epoca feudale sia necessario.

 

tutto questo merita di essere raccontato come riesce e può farlo uno spettacolo di teatro.

 

mercoledì 4 febbraio 2009

Mail Vale - considerazioni varie

Vale: ciao!

ragazzi, considerata l'assenza dei grava&donzuso proprio in questo momento in cui, mi pare, stiamo entrando con mani e piedi nel vivo del lavoro, proporrei di rimandare a settimana prossima il nostro incontro: che ne dite?

penso che siamo in una fase in cui è importante esserci sempre tutti perchè il lavoro non si disperda ma tutti quanti possano, di volta in volta, avere il filo dei discorsi (su tema e idee, ma anche dal punto di vista del lavoro fisico) in mano. è vero che ognuno ha i fatti suoi da far quagliare per trovare un giorno comune ma secondo me vale la pena fare uno sforzo tutti, oltre che per esserci sempre (cosa che, credo, ognuno di noi ha fatto fin dall'inizio), anche per cambiare giorno con un po' di elasticità quando succede che uno non possa esserci. tipo, se piero sa di essere via altri martedì com'è successo, allora io sarei dell'idea di cambiare proprio giorno.

voi come la vedete?


poi, rispetto a quello che abbiamo fatto martedì scorso, come procediamo? so che camilla ha una proposta (per il prossimo incontro, ho capito giusto dal tuo post, cami?) legata alle sue riflessioni su identità sociale ed individuale. io ho pensato un training sulle facce, nel senso di volti, che è l'immagine a cui io penso se devo dire dove abita l'identità di una persona: lo tengo per la prossima prossima volta, tra 2 incontri insomma. è un lavoro di costruzione/approfondimento di un personaggio e potrei legarlo strettamente alla situazione immaginaria proposta da claudia la volta scorsa o invece tenerlo più svincolato..

io devo dire che da subito la struttura dell'idea di claudia, cosiddetta "dei congelati", mi ha convinto molto e per me il training della volta scorsa è stato molto forte, penso che siano venute fuori diverse situazioni in linea con quell'idea.. d'altra parte, so che piero non era stato aggiornato sulla storia dei congelati e forse, se desideriamo proseguire per questa rotta, sarebbe meglio rimetterci in pari e vedere se l'idea ci convince tutti.


poi, stasera alle 21 al museo di storia naturale c'è una conferenza-dialogo sui taccuini di charles darwin e guarda un po' chi mi salta fuori? roberto lalli che leggerà alcuni passi dei taccuini interpretando darwin! io ci vado. sabato sera sempre al museo, ore 21, c'è uno spettacolo dal titolo "darwin e il suo alter ego": è la settimana del darwin day, per questo ci sono eventi tutti legati ai temi dell'evoluzione e delle scienze naturali. dello spettacolo non so niente ma ci vado, se qualcuno vuole aggregarsi mi faccia sapere. dimenticavo: non ditelo a davide!


baci

vale


MIki: Ciao, anche se ho gia' parlato al telefono con la Vale,
rispondo a tutti, perfetto, pienamente d'accordo;
se siamo tutti presenti è sicuramente più una cosa di gruppo, in gruppo e
come giustamente ha detto la Vale, si riesce a tirare il filo del discorso, a continuare sul lavoro o comunque avere una linea.
 
Un bacio a tutti
Miki

domenica 1 febbraio 2009

Avviso Cami

Ragazzi non leggete la mail, ma il post. Nella prima pubblicazione ci sono errori. La lettura riesce meglio direttamente sul blog perchè nell'arco della mattina ho corretto la bozza che vi è arrivata in posta elettronica.
Baci!

Identità: "ciò che scompare" - "ciò che rimane" - "ciò che riemerge" secondo Franesco Remotti

Categorie d'identità:
  • "ciò che scompare" - dimenticanza (ciò che si lascia andare, svanire nella memoria)
  • "ciò che rimane" - permanenza
  • "ciò che riemerge" - riemergenza - catarsi-trasformazione
(...)Perchè le società non possono fare a meno di continuare a riflettere sui contenuti, sui confini, sulle articolazioni e sulle combinazioni di queste categorie ? Perchè sono tra i fattori più rilevanti della loro identità. Decidendo cosa debba scomparire/rimanere/riemergere, le società decidono di se stesse, del loro essere, della loro specificità. Ma per decidere della loro identità e specificità, esse non possono fare a meno di selezionare "ciò che scompare", "ciò che rimane", "ciò che riemerge". La selezione è una operazione di grande e decisiva importanza sul piano culturale ; e tutte e tre le categorie  analizzate implicano una qualche selezione.(...) 

Francesco Remotti
"Luoghi e Corpi - antropologia dello spazio, del tempo e del potere"
Bollati Boringhieri

Cami: cerco di collocare le mie idee. Spero di riuscirci.
Le due categorie davanti alle quali ci troviamo sono (per me) due:
  1. identità sociale (o collettiva)
  2. identità individuale (o personale)
  • Alla prima si associa il ragionamento di Remotti. Io credo che ciò che maggiormente racconta la nostra società, la nostra identità collettiva ed i suoi termini di selezione siano "gli scarti", ovvero ciò che rimane e che racconta ciò che si nega, ma che non necessariamente è ciò che si dimentica (poichè non necessariamente coincide con ciò che scompare).
  • Alla seconda invece associo il concetto di mito di riferimento. Per me, la maggiore espressione dell'identitità individuale avviene tramite quel concetto dominante che muove i gesti di un singolo individuo nell'arco di tutta la sua vita. Quest'ultimo può essere in pace o in conflitto con l'individuo, maggiormente esso sarà in conflitto e più distante e offuscata sarà la percezione della propria identità. Solo quando si è in accordo con il proprio mito di riferimento la nostra identità appare e si percepisce forte e chiara.
Domanda aperta: Riguardo al nostro lavoro assieme penso che ci troviamo di fronte ad un bivio. Vogliamo occuparci, interrogarci ed infine raccontare l'identità collettiva o l'identità individale? La nostra storia di gruppo di ricerca di cosa si occupa maggiormente? Facciamo teatro per interrogarci sopra di esso, chiederci cosa sia? O facciamo teatro per raccontare un fatto intimo, che racconti attraverso il lavoro d'attore il privato-presente di una persona-circostanza?

Risposta Cami: Nonostante io sia convinta che entrambe vivono nel nostro lavoro ho pensato ad una proposta che parte dall'identità individuale per arrivare all'identità collettiva, partendo dagli "scarti".
Alla prossima